Calypso212 - Lame di Sangue: Oscurità


Questo è un libro che NON è stato pubblicato né autonomamente né da nessuna casa editrice.




Il libro, completo, è un fantasy orientale: ci si rifà al Medioevo (basso in questo caso, essendo ambientato nel 1400 circa). Si tratta di un genere che riprende molto i miti asiatici, demoni, samurai, combattimenti con katane e, spesso, sfiora il magico. Un valido esempio di questo genere è quello proposto da Samuel Taylor Coleridge con “Kubla Khan” oppure un libro di Valerio Massimo Manfredi, “L’impero dei draghi”.

La trama è lineare. La storia è narrata in terza persona e vede come protagonista Kotori, una giovanissima ragazza giapponese che è presentata in maniera molto tenera, quando è solo una bambina con il fratello, il controverso Ichiro. Tra i due c’è un legame, fortissimo, che si nota fin da subito. Il dramma fra i due scoppia quando Ichiro conosce la sua futura moglie, una bambina di nome Kosaki (siamo nel 1400).

Ma Kotori non è una bambina giapponese come tante: sua madre, Minari, è una Shinigami, una sorta di supersamurai che combatte i demoni, gli Yokai. La bambina dovrà prendere l’eredità della madre ed essere a sua volta una grande Shinigami, nonostante le enormi difficoltà, soprattutto perché la bambina non è sufficientemente dura come dovrebbe.

Gli anni passano, il fratello Ichiro si arruolerà come samurai, seguendo le orme del padre, Eijiro, lasciando Minari e Kotori insieme ad allenarsi. Una mattina, mentre Minari aspetta degli ospiti speciali, incontra una sua vecchia conoscenza: Asano, che la aggredisce. Grazie al suo ospite speciale, Kyoden Tachibana, Asano viene cacciato ma Kotori ha ascoltato delle verità sconvolgenti: sua madre ha un altro figlio da un uomo che non è suo padre, Nobu.

Dopo aver avuto alcuni incredibili sconvolgimenti, i due Shinigami, Minari e Kyoden, sono chiamati in battaglia e, per la prima volta, portano Nobu, il figlio illegittimo di Minari e Kyoden. In quella terribile battaglia recuperano Ryo, un povero bambino che ha perso tutto, madre e fratellino a causa dei demoni ma questo ha padre pericoloso.

Ryo viene adottato da Kyoden e moglie, Mei, diventando così fratello e compagno d’armi di Nobu. Dopo che i coniugi Kyoden e Mei decidono di stabilirsi lì, a Kyoto, i tre ragazzini crescono, si allenano insieme e diventano inseparabili amici. Ma la tranquillità non può durare in eterno, infatti, Asano ritornerà ad attaccare, spesso nei modi più subdoli.

Insieme alle vicende dei giovani ragazzi, ci sono quelle di un piccolo bimbo sfortunato, chiuso in una cella, usato come cavia da laboratorio per terribili esperimenti per potenziarlo: Shin, il figlio di Asano. Il padre aveva quasi regalato il figlio al suo “ricercatore” per unire il sangue demoniaco con quello umano, creando così un mostro di cui tutti hanno paura. Per evitare che il bambino possa essere in pericolo, Asano gli dona una guardia del corpo, Eiko.

Tornando alle vicende dei ragazzi, Ichiro scopre che la sua fidanzata lo cornifica da anni con un altro uomo, un violento figuro, Hiroto. Dopo che Kotori e Ryo riescono ad allontanare l’uomo poiché aveva attaccato il fratello di questa, Hiroto si vendica andando in casa di Kotori con un suo scagnozzo. Dopo aver picchiato la ragazza, i due decidono di violentarla brutalmente e solo grazie agli insegnamenti della madre, Kotori riesce ad uccidere i suoi aguzzini. La ragazza cade in depressione e solo Nobu riuscirà a tirarla fuori. Intanto, il povero Ichiro impazzisce.

La calma dura poco, tutto il gruppo di protagonisti e co-protagonisti si sposta nella capitale degli Shinigami, dove ci sarà la nomina degli Shinigami Reali, che potranno vantare il diritto di poter succedere come imperatori o imperatrici. Essendo nominato anche Asano fra questi, oltre Minari, il padre di questa e Kyoden, l’uomo scatena un demone pericolosissimo sulla folla, creando scompiglio, violenza e morte. Tutto questo per far scatenare la natura nascosta di Ryo.

Dopo queste vicende anche l’Impero decide di doversi schierare contro Asano e la sua violenza ingiustificata ma il Sommo Sacerdote non è in grado di fare il suo dovere, facendo nascere intrighi e congiure interne.

Il padre di Minari prenderà una decisione per potere arrivare al potere senza macchiare l’onore: facendolo perdere alla figlia. Ingannando Eijiro nel post di una battaglia impossibile, raccontando false verità alla figlia, Minari compie ciò che il padre avrebbe dovuto fare: uccidere Asano. Ma ciò non mette a tacere il dolore lacerante della Shinigami che viene uccisa da un emissario di Asano, a sua volta impietositosi alla vista della sua sofferenza. Nonostante Asano avesse provato per Minari un forte amore prima e poi una cocente delusione, decide di regalarle la morte.

Con l’immenso dolore di Kotori, ormai una Shinigami avviata avendo ucciso il suo primo demone per salvare il fratello, si chiude il primo libro di Lame di Sangue – Oscurità ma anche con l’amore appena cominciato fra la ragazza e Ryo, che ha sempre provato qualcosa di immenso per lei.

Nota dolente finale è l’epilogo che, per quanto possa essere struggente, è un po’ arronzato ed è un grandissimo peccato. Forse sarebbe stato meglio non metterlo.

Altra nota dolente, più della precedente: la grammatica. Ci sono alcuni errori che mi hanno sorpresa, piuttosto gravi. È la componente dell’attenzione e della revisione che mancano in tutto il libro e l’aspetto che più ne risente è quello grammaticale. Un peccato considerando che lo stile e il lessico sono buoni e il primo è molto avvincente.

Lo stile, nonostante la giovane età, si dimostra maturo e attento al lettore, senza farlo stancare mai troppo. Il lettore è spinto a continuare la lettura, nonostante i capitoli siano lunghi (superiamo anche le cinquanta pagine molto spesso), il libro scorre anche se con parti superflue, soprattutto fra i dialoghi e qualche descrizione. Il lessico risulta essere piuttosto curato, attento alla dimensione giapponese ma anche a quella cinese, da cui proviene un personaggio, Mei.

La protagonista, Kotori, subisce un’evoluzione notevole: la storia parte quando lei è solo una bambina impaurita, incapace di reggere alla tensione e alla durezza dell’allenamento della madre. La ragazza Kotori è più solida, ha un carattere ben descritto: dolce, arguta, coraggiosa, orgogliosa. Il libro, in sostanza, si sviluppa attorno a lei e non è una di quelle protagoniste perfette ed indistruttibili ma tende più all’umano. Spesso siamo davanti o a protagonisti invincibili o a lagne senza fine, Kotori tende più alla seconda categoria anche se non stanca, non eccessivamente.

La dimensione storica della ragazzina giapponese non è quella descritta ma si vede che è una scelta dell’autrice per creare empatia con il lettore o con le lettrici: in molti si potrebbero rivedere in Kotori, nella sua timidezza, nella sua incapacità di afferrare la cattiveria del mondo, nel suo scoprire e vivere all’interno di un universo che le fa così paura.

In generale, un po’ tutti i personaggi sono abbastanza fuori dalla propria dimensione storica ma non culturale. Infatti, tutti i vestiti, i luoghi e le situazione in cui Kotori si trova e ci fa conoscere sono perfettamente adeguati alla realtà giapponese, così affascinante per noi occidentali.

Attorno a Kotori, la protagonista indiscussa, ruotano una quantità enorme di personaggi secondari ma degni di nota sono i co-protagonisti.

Ryo è il ragazzino adottato da Kyogen e Mei dopo l’attacco alla sua famiglia. Da subito si dimostra l’opposto di tutti gli altri personaggi: è sgraziato, maleducato, ha un linguaggio scurrile ma lo si prende subito in simpatia. Anche se leggermente meno approfondito, insieme a Nobu, Ryo è innamorato fin dal primo sguardo di Kotori, anche se ha moltissime difficoltà a dimostrarglielo. Avendo una natura di demone al suo interno, fa un po’ la parte di quello dannato della situazione. La sua caratterizzazione, anche se come già detto non approfondita al massimo (ci si poteva lavorare), fa apparire davanti agli occhi del lettore o della lettrice il personaggio senza problemi.

Nobu è il figlio illegittimo fra Minari e Kyoden, avuto durante un momento di disperazione della prima in quanto credeva che il marito fosse morto. Il ragazzo presenta molte sfaccettature, cosa molto apprezzabile: da una parte c’è il giovane ragazzo appena diciassettenne che vuole divertirsi, sfrenarsi; dall’altra c’è una persona sensibile, combattuto fra due madri ma anche un abile combattente. Abile in combattimento e con le ragazze, è complementare per costruzione a Ryo, ha un rapporto di amore-odio con Kotori ma decisamente di antipatia con Ichiro.

Ichiro, appunto, è il fratello di Kotori, lo sfigato della situazione. È il co-protagonista meno approfondito di tutti ma è fondamentale la sua funzione: prima è il più grande legame di Kotori (per il quale si potrebbe anche pensare ad un incesto), dopo sarà colui che farà scatenare diversi intrecci nella storia.

Mi sono lasciata i preferiti per ultimi.

Asano è il cattivo della storia. Non sa provare amore, non sa essere un buon padre. In lui si potrebbe facilmente scorgere l’insensibilità assoluta ma l’autrice non ha voluto così. Lui è il cambiamento: infatti propone di usare i demoni in maniera differente; propone agli Shinigami di evolversi in qualcosa di più. Che sia qualcosa di sbagliato o meno, questo lo lascio al libero arbitrio del lettore o della lettrice. Personaggio che ispira, per forza, antipatia, con il quale non prenderei neppure un bicchiere d’acqua, è ben costruito come villain. Cosa importantissima, il suo personaggio sta in piedi: ha delle valide motivazioni, c’è quasi un’ideologia dietro le sue azione, una sorta di codice personale che ha deciso di divulgare creando una sua setta, una gilda.

Minari è la madre di Kotori: una potente Shinigami, che viene da una famiglia importante ma non ha mai amato il proprio padre e la madre. Combattiva, forte, orgogliosa, indipendente, è un personaggio alle spalle di Kotori ma senza il quale la storia non avrebbe lo stesso taglio. È un personaggio contraddittorio, come la stessa autrice sostiene “o la si ama o la si odia”. Eijiro, suo marito, è il suo complementare e, guardandoli, mi viene in mente una cosa: Eijiro è il “riposo del guerriero” di Minari. Per la sua durezza e freddezza come madre e persona (al di fuori di Eijiro), per la sua indole impulsiva potrebbe risultare un personaggio seccante, fastidioso ma, per me, non lo è stato.

Eijiro. Samurai, padre, marito e personaggio fondamentale per lo sviluppo di Kotori. Il suo personaggio è venuto molto bene, non toccherei nulla. Si tratta di un uomo catapultato nella realtà dei demoni, che ha deciso di abbracciarla nonostante sia pressoché inerme e semi-incapace di capirla; tutto questo per amore di Minari. Nonostante l’autrice abbia creato per lui una compagna molto forte, non si dimostra il Mylord/Marzio di Sailor Moon, anzi, a sua volta è interessante e non ha bisogno di nessuno per essere tirato fuori dai guai. Mi è venuto in mente una frase di Finnick Odair di Hunger Games: Amore mio, il mio cuore è tuo per l'eternità. E se morirò in quell'arena, l'ultimo pensiero sarà per le tue labbra”.

Scrivo immediatamente che la storia mi è piaciuta e che la consiglio.

Voglio sottolineare ancora questa grammatica che, sono convinta, conosci. Inutile dire è che la dimensione grammaticale è importantissima e il romanzo, nonostante sia un ottimo materiale,

perde tantissimo.

 Ho cercato di raccontare la trama in maniera accurata senza fare troppi spoiler.

Il target di questa storia, che trovate su Wattpad, è abbastanza vario: proporrei questo libri dai 13 anni in su fino anche ai 18-19.

 

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